Il nuovo appuntamento di 120secondi ci proietta verso il futuro del lavoro. La tecnologia continua ad evolvere in modo pervasivo. Il gap di competenze necessarie per sostenere il cambiamento è ancora elevato. Quale sarà lo scenario che il futuro ci prospetterà?
Le prospettive su tecnologia e posti di lavoro
Nel rapporto The Future of Jobs 2020 il World Economic Forum traccia lo scenario dell’impatto che la tecnologia avrà sui posti di lavoro e sulle competenze del futuro.
La tecnologia è destinata a guidare la crescita in tutti i settori nonché a trasformare i ruoli professionali e ridefinire le competenze chiave.
Tra il 2020 e 2025, in risposta alle nuove tecnologie le aziende prevedono di ristrutturare la propria forza lavoro. Infatti, il report mostra che la percentuale del lavoro affidato alle macchine è in crescita e salirà dal 33% al 47% nei prossimi 5 anni.
Il processo di trasformazione dei compiti tra uomo e macchina è già in atto. Emergeranno quindi nuove attività ed altre verranno sostituite in virtù di questo cambiamento.
Ad esempio, il ruolo degli algoritmi e delle macchine sarà principalmente focalizzato su compiti di elaborazione e recupero di dati, processi amministrativi e alcuni aspetti del lavoro manuale tradizionale. Di conseguenza si prevede che la richiesta, ad esempio, di personale per il data entry e per l’assemblaggio all’interno delle fabbriche diminuisca.
Sono sempre più richiesti invece specialisti in analisi dei dati, intelligenza artificiale, machine learning ma anche analisti per la sicurezza informatica. La crescita di questi ruoli più adatti al panorama in divenire riflette l’accelerazione dell’automazione e la rinascita dei rischi per la sicurezza informatica.
Il cambiamento è guidato dalle competenze trasversali
La trasformazione digitale non va però di pari passo con la domanda delle competenze. Persiste infatti il gap di competenze che caratterizza una buona parte della forza lavoro. Già oggi assistiamo al fenomeno del skill mismatch, cioè il divario tra le competenze richieste e quelle disponibili sul mercato del lavoro. Boston Cosulting Group, in Fixing the Global Skills Mismatch illustra la “portata” del fenomeno affermando che entro il 2022 il 27% degli impieghi riguarderà figure professionali che ancora non esistono.
Sarà quindi essenziale coinvolgere i lavoratori in piani di re-skilling e up-skilling proprio perché cambieranno le competenze fulcro per svolgere al meglio il proprio lavoro. Si stima infatti che il 40% delle competenze chiave di un lavoratore cambieranno, costringendo in media 1 persona su 2 a formare la propria professionalità entro il 2025 (dal report del WEF).
Ma quali sono le competenze che ci traghetteranno verso questo cambiamento?
La classifica del World Economic Forum parla chiaro. Saranno sempre più decisive competenze trasversali che non riflettono solo il sapere o il saper fare ma anche il saper essere, sia come professionisti ma ancora prima come persone.
E quindi risultano essenziali competenze connesse a:
- Problem solving: il pensiero analitico e il ragionamento critico, la capacità creativa e l’originalità;
- Gestione del sé: la tolleranza allo stress e la capacità di auto-apprendimento;
- Lavoro con gli altri: la capacità di essere leader e influenzare la relazione con gli altri;
- Utilizzo e sviluppo della tecnologia: hard skill relative all’abilità di programmazione, uso e monitoraggio delle nuove tecnologie digitali.
Questa lista ci invita a non smettere di lavorare su di noi e ci ricorda che la crescita e lo sviluppo rimangono fondamentali se vogliamo continuare a vivere da protagonisti nel mercato del lavoro, verso il futuro del lavoro oltre il 2025.
Qui puoi trovare il video di 120secondi con un ospite speciale per il tema!